VENEZIA E GLI EBREI… E SHYLOCK DI SHAKESPEARE
Il 29 marzo 1516 il Senato della Repubblica, con un provvedimento che non aveva precedenti nella storia della città, permise agli ebrei di risiedere per la prima volta in maniera stanziale a Venezia, ma nello stesso tempo stabilì che ciò dovesse essere realizzato attraverso la segregazione notturna in un luogo circoscritto. Si costituì così il primo Ghetto della storia.
Il nome di quel luogo a quel tempo era proprio getto perché, ben prima dell’arrivo degli ebrei, vi si trovavano delle fonderie per la costruzione di cannoni per le navi veneziane trasferite più di un secolo prima all’interno dell’Arsenale. Si ritiene che siano stati proprio i primi ebrei, in arrivo dal Nord Europa e di origine ashkenazita, a coniare il termine “ghetto” perché pronunciavano “getto” con la h dura. Si dice anche che sia dovuto alla h muta del dialetto veneziano. In realtà non si sa perché ma la cosa certa è che nacque il primo Ghetto e le prime leggi sulle attività ammesse per gli Ebrei a Venezia.
Un mestiere ammesso dalla Serenissima (oltre a quello del medico e stamperie di libri ebraici) era il prestito di denaro. Inizialmente a Venezia i Cristiani dei Monti di Carità svolgevano tale attività, ma ben presto il prestito di denaro fu considerato contrario ai dettami cristiani, quindi i Monti di Carità furono chiusi.
A Venezia, città di commerci, era necessario che qualcuno prestasse il denaro e per evitare che tale attività non fosse controllata dalla Repubblica, la Serenissima fece svolgere agli Ebrei il mestiere di usuraio. In realtà, gli Ebrei sono documentati a Venezia come prestatori di denaro già dal XIV secolo e la Serenissima “legiferò” su una attività in pratica già in uso. La Serenissima stabilì che il prestito di denaro doveva avvenire con cifre fissate dal governo e a tassi ugualmente stabiliti dalla Repubblica.
Da sempre nell’immaginario collettivo, grazie anche ad una famosa commedia di William Shakespeare ‘Il Mercante di Venezia’ (che è pure il tema della nostra Escape Room), gli Ebrei vengono visti come usurai pieni di denaro e avidi. In realtà essi facevano gli usurai perché la Chiesa e le leggi dei paesi in cui gli Ebrei risiedevano attribuivano tale mestiere solo a loro.
Questa attività veniva svolta a Venezia soprattutto attorno ai tre banchi di pegno (rosso, verde e nero, dal colore delle insegne) e ai vari negozi di strazarìa–il mercato dell’usato –disseminati nel campo.
Questi tre banchi, il rosso il verde e il nero, sopravvissero fino alla fine della Repubblica (1797), poi se ne perse il ricordo. Fino a poco tempo fa era possibile visitare il Banco Rosso, che era stato restaurato e aperto ai visitatori. Lo si può comunque vedere dall’esterno in campo del Ghetto Novo. Sembra che il banco rosso sia uno dei primi banchi di pegni ebraici al mondo.
Il suo nome deriva dalla ricevuta di colore rosso che i clienti ricevevano quando lasciavano in pegno un oggetto e si pensa che il termine bancario ‘andare in rosso’, derivi proprio da questo antico banco di pegni veneziano.
Fonti: “Forse non tutti sanno che… a Venezia” di Alberto Toso Fei
https://venipedia.it/it/ghetto/i-tre-banchi-di-pegno-e-l’usura