Penserete: “Vaneggi? Commerci ok, ma il resto?” In realtà nel passato Venezia, per l’innato spirito commerciale dei suoi cittadini, ha avuto la capacità di far convivere nella tolleranza reciproca molti rappresentanti di popoli e culti diversi (comunità ebraiche, turche, armene e di diverse origini), considerandoli una fonte di arricchimento del proprio patrimonio economico, politico e culturale. I “foresti” erano accolti a prescindere dalla classe sociale di appartenenza e del loro credo religioso e prendevano parte attiva alla vita della città a vari livelli. Strano vero? Sì, suona strano se pensiamo alla storia moderna.
Il commercio internazionale era il cuore della vita economica di Venezia e in città si sentivano le lingue e i dialetti del mondo. Qui vivevano (non solo transitavano) molti popoli. Venezia era in pratica la New York del XVI sec. e Rialto era Wall Street. Come la New York moderna, a Venezia c’erano i quartieri di diversi popoli: il ghetto ebraico, il fondaco dei turchi, l’isola degli armeni, etc…
Alcuni edifici, chiamati “fondachi” (dall’arabo funduq “casa-magazzino”) venivano riservati alle merci e all’alloggio dei mercanti stranieri. Il 16 agosto 1575, su richiesta dei turchi, il Senato Veneziano decretò di individuare uno spazio loro riservato, come quello degli ebrei e dei tedeschi. Inoltre furono costruiti un bazar e, secondo le tradizioni turche, una piccola moschea e dei bagni turchi.
Ma non solo questo! Venezia era la capitale dell’editoria, faceva leggere il mondo. Grazie al genio di Aldo Manuzio si stampavano libri in molte lingue. Per alcuni decenni Venezia diventa la capitale dell’editoria ebraica: vi si stampano la prima Bibbia rabbinica (1517) e il primo Talmud (1524-25) e per tutto il Seicento le Haggadot (libri rituali per Pesach) multilingue stampate a Venezia se ne andranno in giro per l’Europa. E allora, se Shakespeare ha ambientato “Il Mercante di Venezia” e le vicende di Bassanio e Shylock proprio a Venezia e non altrove, un motivo doveva pur esserci.
E lo sapete che pure il primo Corano è stato stampato a Venezia? Nel 1537-1538 i Paganini, che avevano visto il business di vendere il libro in migliaia di copie agli arabi presenti in città e non solo, stamparono per la prima volta il Corano. Il libro era creduto perso per sempre e fu trovato solo 30 anni fa nell’isola di San Michele. Il libro racchiude molte leggende e ve le racconterò 😎 in un prossimo post.